Archivio per marzo 2009

Technical writing

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Per chi, come me, ha aspirazioni irrealizzabili: il blog I’d rather be writing, dedicato alla comunicazione tecnico-scientifica,  propone il primo di una lunga (spero) serie di podcast dal titolo Introduction to Technical Writing.

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Your Words

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The Addictionaries è il sito di Jim Banister gestito quasi completamente da utenti interessati a coniare nuove parole.

Vi sono per il momento tre sezioni:  The Addictionary Proper, The Office Addictionary e The Political Addictionary. Il forum della prima sezione sembra essere più attivo, le altre due sono collegate a NBC e a Comedy Central.

La prima pubblicazione cartacea di Addictionary, Brave New Words, ovvero user-friendly vocab for the digital century, è ideale per la pausa caffè o i momenti di noia sconsolata. Offre distrazione e sollazzo con ottimi esempi di ingegnosità linguistica, quali  Jane Austism (la malattia di chi in un modo o nell’altro riesce sempre a citare Jane Austen), lexecutioner (chi sa solo creare frasi confuse), stragedy (una strategia con conseguenze catastrofiche), Googlion (chi usa Google per trovare tutto, ma proprio tutto quello che non sa), biPod (due persone che condividono un iPod, con un auricolare per persona), ma anche blame storm (una riunione in cui si cerca un colpevole per le cose andate male), connectile dysfunction (quando viene a mancare l’accesso a Internet, con conseguente ansia), resumaybe (un cv quasi completamente fittizio) e commoditease (un prodotto che tutti vogliono e nessuno riesce a trovare).

La missione di Addictionaries è chiara e semplice:

The Additionary rides on the wave of the democratization of language. In this online dictionary, the grammar, the spelling and usage rules we learned in school don’t apply. The people decide which words belong here and what they mean.

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Musica per il fine settimana

Sarah McLachlan – I will remeber you.

Tip from bookstore

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Anche se l’immagine non è molto nitida (ero incalzata da un tipo che doveva _assolutamente_  passare), il consiglio è pur sempre utile.

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Link enigmistici

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Un post con alcuni l ink che sarebbero piaciuti al Cavaliere del Lavoro Gr. Uff. Dott. Ing. Giorgio Sisini Conte di Sant’Andrea (fondatore della Settimana enigmistica – quella con le spigolature e l’edipeo enciclopedico – nonché fondatore della ingegnere appassionato di volo che, pare, contribuì alla nascita della compagnia aerea Air One, per i collegamenti fra Sardegna e il resto della penisola).

Nel Boston Globe di febbraio scorso, Erin McKean descrive l’American Crossword Puzzle Tournament dell’anno scorso:

The vocabulary of crosswords is like the dialect of an alternate and highly specific universe, populated by Ednas and Enids and Ians; where the food is Oreos and oleo and the drinks ales and tea. It embraces particular bits of French (ami, ete), Latin (esse, ave), Spanish (este, oro), and even a little Hindi (Sri). It wields an epee with elan; is on familiar terms with tsars and emirs; enjoys music, especially the oboe and altos, and likes to travel: Iran, Oslo, Reno, Etna. And it’s interested in science, exploring ions and the atom, as well as the erne and the orca.

Il vincitore di quest’anno è un certo Tyler Hinman. Su Youtube

potete vederlo all’opera. Hinman ha, ovviamente, un blog dedicato all’enigmistica, così come Amy Reynaldo, autrice di Diary of a Crossword Fiend.

Non poteva ovviamente mancare un film sull’argomento, Word Play.

Qualche anno fa sul Giornale era uscito un lungo articolo su Stefano Bartezzaghi, che cura la rubrica Lessico e Nuvole su Repubblica:

Uno specialista in anagrammi: mischiando le lettere del nome e cognome ha trasformato Rocco Buttiglione in «un clerico bigotto» e Lucia Mondella dei Promessi sposi in «lucida monella». Uno specialista in definizioni: mascarpone, formaggio fermentato nelle calzature degli alpini; Voltaire, unità di misura dell’Illuminismo. Uno specialista in titoli: rivalità fra attori, Lupi della ribalta; vendite di fine stagione, A qualcuno piace saldo. Uno specialista in criptografie mnemoniche: cucchiaino, mezzo minuto di raccoglimento. Uno specialista soprattutto in frasi matte tratte dalla vita quotidiana, tutte realmente pronunciate o scritte: le più esilaranti («se il sintomo persiste, insultare il medico»; «è stata la goccia che ha fatto traboccare il water»; «tutti i nodi vengono a galla»; «che brutto taglio di capelli! sembri l’ultimo dei caimani»; «sono stanca di essere lo zibellino di tutti»; «non ti curar di lor, ma guarda i passeri»; «prima di tutto, voglio fare una postilla»; «Hitler poche ore prima di morire si suicidò»; «non è tutto oro quello che cola»; «di questo passo arriveremo alle candele greche») le ha appena raccolte in un libro dal titolo programmatico, Non ne ho la più squallida idea, edito da Mondadori.

Il resto dell’articolo è qui.

C’è anche Verbalia, il sito dedicato ai verbivori, in italiano e spagnolo, con puntatine in altre lingue.

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Nullo die sine linea

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E’ di oggi la notizia che Ben Okri, vincitore del Booker Prize 1991 con il bellissimo (ma impegnativo) The Famished Road, sta pubblicando una poesia su Twitter, una linea al giorno.

“Forms follows adversity – we live in uncertain times. I think we need a new kind of writing that responds to the anxiety of our age and yet has brevity,” he said. “My feeling is that these times are perfect for short, lucid forms. We need to get more across in fewer words. The Twitter poem tries to respond to this and the feeling of freedom.”

I primi due versi:

I sing a new freedom

Freedom with discipline

Per seguire la nascita di questa poesia, verso per verso, potete cercare in Twitter con #benokri.

Altri meno famosi hanno preceduto Okri nell’usare Twitter come mezzo di espressione poetica, per esempio la brava Elisabeth Adams (Cassandra Pages) o i giocherelloni di TwiHaiku.

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Due Blog

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Da segnalare:

Squiggles:  il blog (in olandese) di Cora Bastiaansen, traduttrice.

Lo scopriremo solo scrivendo: il blog di una copywriter italiana, che desidera rimanere anonima (ma non troppo).

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Follia europarlamentare

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Un articolo di Server Donne di ieri prende brevemente brevemente in esame il vademecun contro un uso sessista del linguaggio redatto e distribuito all’interno del Parlamento europeo. Alcuni dettagli erano già stati rivelati dal Telegraph, per esempio il fatto che forme di cortesia come signore/signora/mister/miss/madame e così via devono essere eliminate e ci si deve rivolgere alla persona in questione usando semplicemente nome e cognome.

Nella versione italiana si osserva che “in Italia il dibattito su un uso non sessista della lingua è ancora agli esordi, e nella lingua correntemente usata dai media, e in particolare dalla stampa, nonché nel parlato e nello scritto comuni, si utilizzano a tutt’oggi pochissimi neologismi e si tende a usare il maschile con funzione neutra“. Nella controversia sull’uso del termine ‘commissario’ o commissaria’ per una donna che ricopre la funzione, le linee guida dell’Europarlamento sono poco chiare: restano ambigue sull’accettabilità di “commissaria”, e sembrano propendere per il termine neutro “membro della Commissione”. Gli estensori del documento, tuttavia, solo consapevoli del fatto che in alcune lingue (francese, tedesco, alcune lingue slave) la tendenza è contraria a quella della neutralità di genere, e si finisce con il declinare al femminile tutte le funzioni (‘Kanzlerin’, la ‘Presidente’). Curiosamente, invece, non è citato il termine italiano ‘eurodeputato’, che molti declinano al femminile (‘eurodeputata’) senza problemi.

L’opuscolo inoltre suggerisce che “speciali accorgimenti e determinate tecniche redazionali possono contribuire alla redazione e alla traduzione di testi in italiano del Parlamento europeo, che rispettino per quanto possibile la neutralità del genere“. Ad esempio: “Il termine ‘uomo’ nella lingua italiana non ha necessariamente una connotazione sessista, e nella sua accezione idiomatica può essere utilizzato nella redazione dei testi del Parlamento. Il termine ‘uomo’ o ‘uomini’ è, infatti, ammesso quando è sinonimo di ‘persona’, ‘essere umano’ o ancora come sinonimo di ‘genere umano’. Sono dunque ammesse espressioni come:’a passo d’uomo, a misura d’uomo’; ‘il cane è il migliore amico dell’uomo’; ‘il lavoro nobilita l’uomo”; ‘l’uomo è un animale sociale ‘; ‘l’uomo di Neanderthal'”. Il termine ‘diritti dell’uomo’ è invece un caso a parte: secondo gli estensori delle linee guida, “la locuzione può essere sostituita da ‘diritti umani'”, ma non quando si citano le denominazioni ufficiali della ‘Corte europea dei diritti dell’uomo’ e della ‘Convenzione europea dei diritti dell’uomo’.

L’articolo con altre istruzioni antisessismo è disponibile qui.

Per gli interessati ad aspetti sociolinguistici affini, ma da un punto di vista più serio, c’è l’articolo Sex, Lies and Conversation; Why Is It So Hard for Men and Women to Talk to Each Other? di Debora Tannen. Anche il suo libro You just don’t understand è un buon inizio.

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Patti Smith – Unplugged

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Musica per il fine settimana

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