Per dovere di cronaca

Steve di LH (si veda un post passato) segnala una serie di articoli di natura “linguistica” pubblicati su The Economist e scritti da uno dei suoi corrispondenti esteri.

Lo ammetto, non faccio parte del gruppo di aficionados di questa rivista. E quando leggo la storia di qualcuno che dice “Ho girato il mondo e ho imparato 50 lingue”, il mio pacifismo va a farsi benedire.

Detto questo, a parte un’unica affermazione con cui concordo quasi al 100%, ovvero

LEARNING other languages brings you the realisation—at first disappointing, but ultimately comforting—that 99% of the conversations around you are utterly humdrum.

il resto degli articoli (da lunedì a venerdì) contiene, secondo me, poche informazioni degne di nota. Tutto è relativo naturalmente, e dipende anche da quanto valore attribuite a osservazioni del tipo

For my first few months in Moscow I felt as if I was chewing pebbles. When I moaned about it to a Russian friend, he explained that “English is produced in the back of the mouth, but in Russian”—he puffed out his lips—“we speak from here, from the front. In order to strengthen these muscles,” he concluded seriously, “you should perform oral sex more often.”

A me viene in mente una parola: patetico.

Postato da: IM

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