Foto: © Emilio Brizzi
Il Corriere mi sorprende questa mattina con la pubblicazione di un testo di George Orwell dedicato al Natale nella letteratura (nell’ottima traduzione di Maria Sepa). Il titolo: Può un socialista essere felice?
L’incipit:
Il Natale ci fa pensare quasi automaticamente a Charles Dickens, e per due buone ragioni. La prima è che Dickens è uno dei pochi scrittori inglesi ad aver scritto sul Natale, che è la festa più amata dagli inglesi, ma ha ispirato poche opere letterarie. Ci sono i canti, i Christmas Carols, quasi tutti di origini medievali; c’è una manciata di poesie di Robert Bridges, T.S. Eliot e qualche altro, c’è Dickens; e poco di più. La seconda ragione è che tra gli scrittori moderni Dickens è uno dei pochi, quasi l’unico, a offrire un’immagine convincente della felicità.
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Postato da: IM
E Oliver Twist? Per non parlare di David Copperfield e di Pip, al cui confronto i protagonisti di Tempi difficili sono più fortunati di Gastone (tanto per mantenere un’analogia con Canto di Natale). L’unico vero personaggio felice (e positivo) mi è sempre sembrato Pickwick, ma forse sono troppo intriso di italianità e il puritanesimo e il moralismo vittoriano proprio mi sono estranei.
P.S. A proposito di Orwell: ricordi quai un quarto di secolo fa l’ambaradan per 1984? Com’è che nessuno riflette più sul fatto che, magari con un po’ di ritardo ma c’è tutto?
A proposito di 1984…